Francesco Guicciardini
Contro l'astrologia
(Ricordi, 57, 58, 125, 207)
L'autore, partendo da solide premesse razionaliste, considera inutili le speculazioni metafisiche di teologi e filosofi del suo tempo, e soprattutto irride l'astrologia come "scienza" capace di prevedere il futuro, cosa secondo lui impossibile anche perché la realtà è troppo frammentaria e soggetta al dominio della fortuna per essere prevedibile. Da ricordare che l'astrologia e le pratiche magiche erano assai diffuse nella società del Rinascimento, in quanto tale oggetto di critica anche da parte di Ariosto.
► PERCORSO: Il Rinascimento
► AUTORE: Francesco Guicciardini
► PERCORSO: Il Rinascimento
► AUTORE: Francesco Guicciardini
57
Quanto sono piú felici gli astrologi che gli altri uomini! Quelli dicendo tra cento bugie una verità, acquistano fede in modo che è creduto loro el falso; questi dicendo tra molte verità una bugia, la perdono in modo che non è più creduto loro el vero. Procede [1] dalla curiosità degli uomini, che desiderosi sapere el futuro, né avendo altro modo, sono inclinati a correre dietro a chi promette loro saperlo dire. 58 Quanto disse bene el Filosofo: "De futuris contingentibus non est determinata veritas"! [2] Aggirati quanto tu vuoi, che quanto più ti aggiri, tanto più truovi questo detto verissimo. 125 E filosofi e e teologi [3] e tutti gli altri che scrivono le cose sopra natura [4] o che non si veggono, dicono mille pazzie; perché in effetto gli uomini sono al buio delle cose, e questa indagazione ha servito e serve piú a esercitare gli ingegni che a trovare la verità. 207 Della astrologia, cioè di quella che giudica le cose future, è pazzia parlare; o la scienza non è vera, o tutte le cose necessarie a quella non si possono sapere, o la capacità degli uomini non vi arriva; ma la conclusione è, che pensare di sapere el futuro per quella via è uno sogno. Non sanno gli astrologi quello dicono, non si appongono [5] se non a caso; in modo che se tu pigli uno pronostico di qualunque astrologo, e di uno di un altro uomo fatto a ventura [6], non si verificherà manco di questo che di quello. [7] |
[1] Ciò avviene per via. [2] Frase di Aristotele, che significa "Non si può determinare la verità circa le cose che devono ancora accadere". [3] I filosofi e i teologi. [4] Soprannaturali. [5] Non fanno previsioni se non. [6] A caso. [7] Non si verificherà l'una meno dell'altra. |
Interpretazione complessiva
- L'autore prende decisamente le distanze da tutti coloro che speculano sulle cose "che non si vedono", sulla metafisica, dal momento che l'uomo non sembra in possesso delle conoscenze necessarie per svelare determinati segreti: partendo da una visione del mondo materialistica, Guicciardini irride tanto i teologi quanto i cultori dell'astrologia, che pretendono di fare pronostici riguardo al futuro senza azzeccare solitamente alcuna previsione se non in modo casuale. Nel Cinquecento l'astrologia e le pratiche magiche in genere erano assai diffuse, anche negli strati più elevati della società, tanto che lo stesso Ludovico Ariosto critica chi perde tempo dietro le "magiche sciocchezze" in vari punti della sua opera (nella commedia Il negromante e nel Furioso; ► TESTO: Astolfo sulla Luna; ► SCHEDA: Magia e astrologia nel Cinquecento).
- L'incapacità degli uomini di prevedere il futuro si lega al concetto che Guicciardini ha della fortuna, da lui vista come forza che domina gli eventi del mondo e contro la quale non sempre è possibile opporsi (con un pensiero alquanto diverso da quello dell'amico e concittadino Machiavelli). La "discrezione" può aiutare ad adattarsi al variare delle circostanze, ma è ovvio che pretendere di determinare con esattezza ciò che potrà accadere nell'avvenire è assolutamente illusorio.