Ludovico Ariosto
Il proemio dell'Orlando furioso
(Orlando furioso, I, 1-4)
L'esordio del poema preannuncia i due principali filoni narrativi che saranno al centro dell'opera, ovvero la guerra contro i mori di re Agramante che hanno invaso la Francia (ripreso dall'«Innamorato» del Boiardo) e le vicende amorose e romanzesche dei paladini e delle loro donne, sottolineando la novità di Orlando che a causa dell'amore diventa "furioso" e perde il senno. L'autore anticipa anche il tema encomiastico che sarà sviluppato nel "Furioso" attraverso il personaggio di Ruggiero, dedicando al tempo stesso il poema al cardinale Ippolito d'Este suo protettore (dedica nella quale alcuni hanno visto una sottile ironia).
► PERCORSO: Il Rinascimento
► AUTORE: Ludovico Ariosto
► OPERA: Orlando furioso
► PERCORSO: Il Rinascimento
► AUTORE: Ludovico Ariosto
► OPERA: Orlando furioso
1
Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori, le cortesie, l’audaci imprese io canto, che furo al tempo che passaro i Mori d’Africa il mare, e in Francia nocquer tanto, seguendo l’ire e i giovenil furori d’Agramante lor re, che si diè vanto di vendicar la morte di Troiano sopra re Carlo imperator romano. 2 Dirò d’Orlando in un medesmo tratto cosa non detta in prosa mai, né in rima: che per amor venne in furore e matto, d’uom che sì saggio era stimato prima; se da colei che tal quasi m’ha fatto, che ‘l poco ingegno ad or ad or mi lima, me ne sarà però tanto concesso, che mi basti a finir quanto ho promesso. 3 Piacciavi, generosa Erculea prole, ornamento e splendor del secol nostro, Ippolito, aggradir questo che vuole e darvi sol può l’umil servo vostro. Quel ch’io vi debbo, posso di parole pagare in parte e d’opera d’inchiostro; né che poco io vi dia da imputar sono, che quanto io posso dar, tutto vi dono. 4 Voi sentirete fra i più degni eroi, che nominar con laude m’apparecchio, ricordar quel Ruggier, che fu di voi e de’ vostri avi illustri il ceppo vecchio. L’alto valore e’ chiari gesti suoi vi farò udir, se voi mi date orecchio, e vostri alti pensieri cedino un poco, sì che tra lor miei versi abbiano loco. |
Io canto le donne, i cavalieri, le imprese militari, gli amori, le imprese cortesi e audaci che ci furono nel tempo in cui i mori d'Africa passarono il mare e fecero tanti danni in Francia, seguendo le ire e i furori giovanili del loro re Agramante, che si vantò di vendicare la morte del padre Troiano contro l'imperatore romano Carlo Magno. Al tempo stesso racconterò di Orlando una cosa che non è mai stata detta né in prosa né in versi: cioè che per amore divenne furioso e matto, lui che prima era giudicato un uomo saggio; a patto che colei [Alessandra Benucci] che mi ha reso quasi come lui e che consuma il mio ingegno a poco a poco me ne conceda abbastanza per terminare l'opera promessa. O nobile figlio di Ercole, ornamento e splendore del nostro secolo, Ippolito, vogliate gradire questo dono che è l'unico che vi possa dare il vostro umile servo. Quello che vi devo posso ripagarlo in parte con delle parole e un'opera letteraria; e non devo essere accusato di darvi poco, poiché vi do tutto quello che posso. Voi sentirete ricordare tra i più nobili eroi che mi accingo a nominare con lodi anche quel Ruggiero che fu il capostipite di voi e dei vostri illustri avi [della casa d'Este]. Io vi farò ascoltare il suo grande valore e le sue nobili imprese, se mi porgete orecchio e se i vostri alti pensieri si ritrarranno un poco, così che i miei versi abbiano spazio tra essi. |
Interpretazione complessiva
- L'ottava iniziale del poema riassume in poche parole l'oggetto del poema, ovvero la guerra dei mori di re Agramante contro i paladini di Carlo Magno e le vicende romanzesche di natura amorosa che si svilupperanno variamente nell'opera, tutto condensato nei primi due versi e nel celebre chiasmo "Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori" (in cui ovviamente le donne e gli amori alludono alle vicende amorose, i cavalieri e le armi alla narrazione guerresca, temi a loro volta collegati alle "cortesie" e alle "audaci imprese" del v. 2). La prima coppia di endecasillabi elenca i nuclei tematici fondamentali del poema e il periodo si chiude col verbo "io canto", che ovviamente si rifà all'esordio dell'Eneide (Arma virumque cano, "Canto le imprese militari e l'eroe", a sua volta poi più strettamente imitato da Tasso nel proemio della Liberata). La guerra che fa da sfondo al Furioso è la stessa di cui si parla già nel II libro dell'Innamorato, ovvero la volontà di vendicare la morte del padre Troiano ucciso in Provenza dal giovane Orlando (fatto narrato nella Chanson d'Aspremont del XII sec.), mentre lo stesso Agramante era stato tra gli uccisori di Ruggiero di Risa, il padre dell'omonimo personaggio del poema di Boiardo e Ariosto.
- Ariosto enuncia l'ulteriore novità del poema rispetto a quella già notevole dell'Innamorato di Boiardo, ovvero il fatto che Orlando, il campione dei paladini cristiani, a causa del suo amore per Angelica perde completamente il senno e diventa appunto "furioso", termine che l'autore trae probabilmente dal titolo della tragedia di Seneca Hercules furens: la seconda ottava concentra l'attenzione del lettore sul tema dell'amore dopo che la prima ha enunciato quello della guerra, inoltre Ariosto fa dell'elegante auto-ironia affermando che lui stesso è ridotto quasi come Orlando a causa dell'amore per Alessandra Benucci, la donna cui era legato e che qui non viene ovviamente nominata, la quale dovrà concedergli il poco ingegno rimastogli per consentirgli di completare l'opera. Anche nel narrare la follia di Orlando il poeta tornerà sull'argomento, dicendo in modo altrettanto ironico che si rende conto della propria pazzia ora che è in un "lucido intervallo", poiché il "male è penetrato infin all'osso" (XXIV.3; ► TESTO: La follia di Orlando).
- Le ottave 3-4 affrontano il terzo motivo dell'esordio dopo la protasi, ovvero la dedica dell'opera al cardinale Ippolito d'Este e il preannuncio del motivo encomiastico del poema, poiché tra i protagonisti vi sarà anche Ruggiero che è il leggendario capostipite della casa estense: il tema è tratto dall'Innamorato di Boiardo in cui lo scrittore quattrocentesco intendeva dedicare ampio spazio al guerriero saraceno destinato a convertirsi e a sposare Bradamante, il cui amore era narrato nel libro III del poema, anche se l'interruzione dell'opera lasciò il disegno incompiuto (► TESTO: L'amore di Rugiero e Bradamante). Nel Furioso la vicenda dei due progenitori estensi viene invece sviluppata e il poema si conclude proprio con le nozze della coppia, prima del duello finale di Ruggiero e Rodomonte. Nella dedica al cardinale Ippolito, protettore del poeta al tempo della prima edizione del 1516, alcuni videro un intento velatamente ironico da parte dell'autore alla luce della rottura dei rapporti tra i due dopo il rifiuto di Ariosto di seguire il prelato in Ungheria nel 1517 (► TESTO: La vita del cortigiano), specie quando il poeta accenna agli "alti pensieri" di Ippolito fra i quali i suoi versi dovranno farsi largo con fatica (il cardinale era un uomo alquanto rozzo e poco sensibile alla poesia, elemento presente anche nelle Satire di Ariosto).