CINEMA
Il Decameron
Il film si ispira con una certa libertà al capolavoro di Boccaccio, sceneggiando alcune delle novelle più note e significative (tra cui quelle di ser Ciappelletto, Andreuccio da Perugia, Masetto, Peronella, Caterina e l'usignolo...) ma trasponendole in un'ambientazione napoletana estranea all'opera originale, conformemente all'impostazione "verista" e popolare del cinema di Pier Paolo Pasolini e indugiando sugli aspetti più triviali e maliziosi dei racconti trascelti (il film ebbe problemi con la censura, benché a detta del regista si intendesse presentare l'eros nella sua espressone vitale e spontanea, in questo piuttosto fedelmente riguardo al modello letterario). Nella pellicola compaiono anche diversi attori non protagonisti (tra cui il pittore Giuseppe Zigaina, nel ruolo del frate confessore di Ciappelletto) e lo stesso Pier Paolo Pasolini, che interpreta un allievo di Giotto in un aneddoto estraneo alle novelle del Decameron.
In questa scena tratta dalla prima parte del film, vediamo ser Ciappelletto (interpretato da F. Citti) intento a confessarsi con un pio frate (Giuseppe Zigaina), per ottenere l'assoluzione e salvare così i due usurai che lo ospitano e che sarebbero nei guai se lui morisse in disgrazia. Nel film la scena è ambientata nel nord Europa e non in Borgogna, come nel libro, e Ciappelletto è un personaggio napoletano come i due usurai che lo ospitano. |
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