CINEMA
Il mestiere delle armi
Il film ha per protagonista la figura storica di Giovanni dalle Bande Nere, pseudonimo del capitano di ventura Giovanni de' Medici (1498-1526) al servizio dello Stato Pontificio e impegnato nella inutile difesa di Roma dall'assalto delle soldatesche dei Lanzichenecchi, nell'ambito delle guerre di conquista in Italia nel primo Cinquecento: Giovanni, nonostante la sua abilità militare e l'indubbio eroismo, cadrà vittima di un'imboscata tesa dalle truppe tedesche a Governolo, durante la quale i cannoni nascosti tra barricate di mattoni faranno strage dei suoi uomini e lui stesso sarà colpito da un'arma da fuoco, morendo in seguito a una cancrena per la ferita riportata a una gamba. Il film è un'interessante ricostruzione storica delle milizie mercenarie e delle tecniche di combattimento del XVI sec., ma presenta anche il contrasto tra la visione di Giovanni ancora rivolta al passato e ai combattimenti "cortesi" e quella più moderna, che si avvale dell'artiglieria come arma micidiale in grado di superare ogni avversario, tema affrontato in modi diversi anche da scrittori del tempo come Ariosto e Machiavelli.
La sequenza mostra l'agguato teso a Giovanni e alle sue truppe dai lanzichenecchi a Governolo, dove i soldati imperiali hanno nascosto dietro alle barricate cannoni e pezzi d'artiglieria: quando il capitano si accorge del tranello è troppo tardi e lui stesso viene colpito da una fucilata, cadendo da cavallo senza quasi che lo spettatore se ne accorga (la scena è dominata dal paesaggio "spettrale" della campagna innevata, effetto creato ad arte dal regista). |
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