Guido Guinizelli
«Lo vostro bel saluto»
Tipico sonetto della nuova maniera inaugurata da Guinizelli, in cui tuttavia l'attenzione non si concentra tanto sulla "gentilezza" della donna o sulla lode della sua bellezza, quanto sugli effetti devastanti che il saluto di lei e l'amore provocano nell'animo del poeta, che ne prova sofferenza e ne è quasi ucciso. Il tema sarà ripreso e ampliato anche dagli Stilnovisti fiorentini, in particolare da Cavalcanti che farà dell'amore "tragico" uno dei temi fondamentali della scuola.
► PERCORSO: La lirica amorosa
► PERCORSO: La lirica amorosa
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Lo vostro bel saluto e ’l gentil sguardo
che fate quando v’encontro, m’ancide: Amor m’assale e già non ha reguardo s’elli face peccato over merzede, ché per mezzo lo cor me lanciò un dardo ched oltre ’n parte lo taglia e divide; parlar non posso, ché ’n pene io ardo sì come quelli che sua morte vede. Per li occhi passa come fa lo trono, che fer’ per la finestra de la torre e ciò che dentro trova spezza e fende; remagno como statüa d’ottono, ove vita né spirto non ricorre, se non che la figura d’omo rende. |
Il vostro piacevole saluto e il vostro sguardo nobile, che mi rivolgete quando vi incontro, mi uccide: Amore mi assale e non si preoccupa se mi causa dolore o piacere,
poiché mi ha lanciato una freccia in mezzo al cuore che lo trapassa da parte a parte; non posso parlare, in quanto ardo di dolore come colui che si vede prossimo alla morte. Amore passa attraverso gli occhi come fa il tuono, che colpisce per la finestra della torre e spezza e distrugge ciò che trova dentro; io rimango come una statua d'ottone [insensibile], in cui non ci sono vita né anima, se non per il fatto che ricorda la figura di un uomo. |
Interpretazione complessiva
- Metro: sonetto con schema della rima regolare (ABAB, ABAB, CDE, CDE), con rime siciliane ai vv. 2-4, 6-8 (-ide/-ede). Il linguaggio è particolarmente aspro, specie nelle terzine in cui sono descritti gli effetti dolorosi dell'amore e in cui vi sono allitterazioni di suoni duri, come il gruppo"tr" (trono, finestra, torre, trova) e la lettera "z" (merzede, spezza) che sarà poi evitata dagli Stilnovisti fiorentini in quanto troppo poco musicale.
- Guinizelli descrive gli effetti devastanti che l'amore produce in lui quando la donna amata gli rivolge il suo saluto, dunque si tratta di un sentimento corrisposto che, tuttavia, causa sofferenze nel poeta: l'immagine a cui ricorre è quella del dio classico Amore che assale l'uomo e gli fa del male, colpendo il suo cuore con una freccia che lo passa da parte a parte rendendolo simile a una statua, del tutto insensibile e incapace di parlare; nelle terzine la rappresentazione si arricchisce con la similitudine del tuono che colpisce la finestra della torre e distrugge quanto trova all'interno, come l'Amore che passa attraverso gli occhi (della donna e del poeta) e raggiunge il cuore dell'uomo annientandolo.
- Il motivo dell'amore come dolore ricorre già in alcune liriche di Guittone d'Arezzo, in cui tuttavia la sofferenza è causata dal disdegno della donna che non ricambia lo sguardo del poeta e lo uccide col suo orgoglio, tema a sua volta ripreso da A. Daniel (► TESTO: Spietata donna e fera). Questo testo di Guinizelli sarà invece fonte di ispirazione soprattutto per Cavalcanti, che svilupperà ulteriormente il tema nei suoi sonetti e riprenderà specialmente le immagini di Amore che colpisce il cuore con le sue frecce, passando attraverso gli occhi del poeta e causandogli tante sofferenze da farlo quasi morire, mentre sarà presente anche il motivo del poeta reso simile a un essere inanimato (► TESTO: Voi che per li occhi mi passaste 'l core).